Una linea di ricerca di base che ha continuato ad essere perseguita dal
Centro di studi e piani economici fin dall’inizio delle sue attività di ricerca, è quella mirata a costruire uno Scenario territoriale programmatico per l’intero territorio nazionale, che includesse le opzioni e le scelte territoriali (cioè le migliori ed auspicabili forme di organizzazione del territorio), alla scala dell’intero paese e tenendo conto dell’intera gamma di risorse territoriale e ambientali nazionali.
La denominazione costante di questa linea di ricerca che ha impegnato il Centro in fasi storiche e cronologiche successive è quella di “
Quadro di riferimento per la politica territoriale”, in acronimo:
QUADROTER.
Di prodotti intellettuali di questa ricerca, attribuiti a “fasi storiche di ricerca” diverse nel corso delle attività del Centro, se ne possono fino ad oggi identificare tre, alle quali si è data una sequenza cronologica, in
QUADROTER 1,
QUADROTER 2 e
QUADROTER 3.
Il
Quadroter 1 è rappresentato da una serie di ricerche sviluppate nella seconda metà degli anni 60’, appena dopo la nascita del Centro. Esse furono condotte negli anni 1965-66, attraverso il finanziamento e la commissione congiunta del Ministero del Bilancio e della Programmazione economica (allora ancora solo Ministero del Bilancio) e del Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno. Si tentò di costruire delle
linee programmatiche di sviluppo del territorio italiano attraverso una serie di studi regionali e di sintesi. Gli studi di sintesi, l’uno per l’Italia centro settentrionale e l’altro per quella meridionale, furono eseguiti sulla base di una serie di studi a scala regionale. I risultati di tali studi sotto il titolo: “
Una ipotesi di assetto del territorio italiano” sono stati pubblicati in un numero ad hoc della rivista Urbanistica, N.49, 1967.
Il
Quadroter 2, fu il contributo specifico dato dal
Centro di studi e piani economici, alla elaborazione del “
Progetto 80”, il Progetto promosso dal Ministero del Bilancio e della Programmazione economica, in particolare sotto l’impulso di Giorgio Ruffolo, allora Segretario Generale della programmazione.
Il “
Progetto 80” era un documento programmatico, elaborato nel 1969 dal Governo di “centro-sinistra” dell’epoca, che raccoglieva le grandi linee di indirizzo di azione politica riformista del paese valevole per il decennio 1970-1980, e che avrebbe dovuto costituire il quadro di riferimento dell’attività di programmazione durante il suddetto decennio, a cominciare dal
Programma quinquennale di sviluppo del Paese 1971-75.
Il Quadroter 2 riesumò i risultati del Quadroter 1, lo arricchì di alcune prospettive ancora più unitarie alla scala territoriale nazionale, e costitui l’ossatura del “progetto sociale Ambiente”, che fu uno dei basilari “progetti sociali” del “Progetto 80”. La ricerca fu pubblicata sotto il titolo di “
Le Proiezioni territoriali del Progetto 80". essa fu pubblicata dal Poligrafico dello Stato come ricerca ufficiale del Ministero del Bilancio e della Programmazione economica, in tre volumi (1971); una edizione più ristretta è stata pubblicata come numero unico della rivista
Urbanistica nel 1971, N.57 marzo.
Il
Quadroter 3 è stata una ricerca promossa come “
Progetto finalizzato” del Consiglio Nazionale delle Ricerche, su sollecitazione del Ministero dell’Ambiente, negli anni 1991-1992, e interrotta per insufficienza di fondi. L’impostazione del progetto finalizzato di ricerca era assai analoga a quella delle due precedenti ricerche Quadroter, ma fu arricchita di indagini tecniche su vasta scala, che rimasero tuttavia allo stato progettuale. Il
Centro di studi e piani economici ne svolse solo una minima parte: quella che era consona alle sue competenze. Il coordinatore scientifico di tutte le indagini fu il prof. Franco Archibugi , direttore del Centro. Un ruolo specifico svolse la
Società Geografica Italiana, e il suo Presidente prof. Franco Salvatori. Ma l’intervento di altre qualificate organizzazioni di ricerca purtroppo non andò oltre la progettazione delle rispettive ricerche di competenza.
Il Quadroter 3 fu impostato sulla base della progettazione di una serie di Mappe (21 per l’esattezza) che avrebbero dovuto costituire il risultato di una serie di indagini e di interconnessioni di fenomeni territoriali interessanti, finalizzate a fornire un riferimento a politiche localizzative dello sviluppo economico e sociale, che rispettassero criteri e finalità di protezione ambientale. In altri termini capaci di rendere ogni politica di sviluppo economico e sociale, “sostenibile” dal punto di vista ambientale e territoriale.
La ricerca fu lanciata con un documento ufficiale del Ministero, e da un primo documento, predisposto dal coordinatore del Progetto chiamato le “
Mappe del Quadroter” che sintetizzava la metodologia per la costruzione di ciascuna Mappa. (In tale documento sono indicati tutti gli esperti settoriali e tutte le organizzazioni di ricerca che furono coinvolte nel Progetto). Non tutte le Mappe sono ostate costruite e portate a termine; e non tutte quelle portate a termine sono state pubblicate dal CNR. Alcune ricerche, molto interessanti, furono portate a termine, ma i loro risultati giacciono ancora nei magazzini del CNR, senza che alcuno si sia preoccupato – malgrado numerose sollecitazioni - di assicurargli la benché minima diffusione perfino all’interno della Comunità scientifica rappresentata dal CNR. I ricambi “politici” al Ministero dell’Ambiente, e i loro risvolti politico-burocratici in seno al CNR, ma soprattutto lo stile e il costume anti-scientifico che ha perdurato in seno a quest’ultimo, dominato – almeno per quanto riguarda il settore di competenza di cui il
Centro di studi e piani economici è stato isolato e ostacolato promotore – hanno fatto “sprecare” molte risorse pur erogate nello spirito della lottizzazione accademica e della parcellizzazione clientelare, che ha dominato il paese per lunghi anni e che non sembra siano tutt’altro che cessati.
Il Progetto finalizzato QUADROTER del CNR, (cioè il
Quadroter 3) fu abbandonato dal CNR prima ancora che mettesse le gambe, prima che se ne potessero concludere le ricerche e trarne i primi vantaggi conoscitivi. I singoli progetti di ricerca, le singole “Mappe”, di cui si componeva (vedi l’allegato documento
Le Mappe del Quadroter) non furono avviati, neppure con dilazione nel tempo, per assenza di fondi. Le poche ricerche avviate e concluse, non sono state pubblicate, e -comunque – senza il concorso generale di tutte le Mappe progettate – non potevano dare i risultati che si voleva attendere dallo stesso
Quadroter, cioè un
Quadro completo (cioè basato su un insieme di punti di vista o di conoscenze del territorio) di riferimento per la scelta dell’organizzazione territoriale coerente razionale e ottimale dell’uso del territorio.
In effetti è stata pubblicata solo la ricerca concernente gli “
Eco-sistemi urbani in Italia: una proposta di riorganizzazione urbana di riequilibrio territoriale e ambientale a livello regionale-nazionale”. (
Editore Gangemi, 1999), che comunque avrebbe dovuto essere perfezionata alla luce di tutte le Mappe progettate. Essa costituisce una parte importante ma molto limitata dell’intero progetto di ricerca. Da essa si è tratta una
Carta degli eco-sistemi urbani alla scala nazionale con le caratteristiche tipologiche di ogni sistema e una delineazione delle relazioni inter-sistemiche fondamentali. In essa è sintetizzata buona parte delle prospettive programmatiche della ricerca.
Ma l’essenza ultima del Quadroter, che oltre che ad una prima configurazione territoriale, avrebbe dovuto diventare uno strumento di costante verifica e controllo del territorio, atto a permettere un nuovo modo di operare le scelte di una politica territoriale, sia a livello nazionale che a livello regionale e locale, non è stata raggiunte. Di esso rimane una progettazione di
Mappe (vedi l’allegato indicato) e una progettazione di
metodo da applicare per la loro lettura congiunta e sovrapponibile, che oggi può solo significare un contributo scientifico, molto lontano dall’essere utilizzato, ma pur tuttavia avente un rilevante significato metodologico, didattico e formativo.
C’è da sperare che qualche Ente previdente e lungimirante voglia sperimentare nuovamente la sponsorizzazione di un
Quadroter 4 (e, più avanti nel tempo, possibilmente
Quadroter 5 anche), che riassumendo e perfezionando il già fatto, e progettando il non fatto, si assuma l’incarico di offrire al Paese il completamento del Quadro di riferimento per la politica del territorio.
L’utilità e la funzionalità del Progetto Quadroter sono state illustrate e discusse in numerosi sedi e da molti punti di vista. Qui si selezionano alcuni documenti e scritti che vengono a coprire una vasta gamma di questi punti di vista: