Centro di studi e piani economici
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Pro-fai
 
Analisi e valutazione dei programmi del FAI (Fondo Aiuti Italiani) per interventi urgenti contro la fame nel mondo (1986 -87)
 
   



1. Come nacque la ricerca

Nel 1985 il Parlamento italiano varò una legge speciale che istituiva un importante Fondo finanziario destinato ad un cospicuo aiuto italiano ai paesi economicamente più arretrati del mondo dove dilagava la fame e la denutrizione Tale Fondo si chiamò Fondo Aiuti Italiani (FAI). Il Fondo fu gestito dal Ministero degli Affari Esteri, creando un organismo ad hoc agile e rapido, dato il carattere di provvedimenti d’urgenza ed emergenza richiesti dalla situazione critica di questo tipo in numerose aree del mondo.

Pertanto il FAI ha selezionato urgentemente alcuni paesi bisognosi di aiuto, prevalentemente africani, ed alcuni settori di intervento , predisponendo numerosi rilevanti progetti di intervento. Nello stesso tempo i dirigenti del FAI fin dall’inizio si preoccuparono che – se gli interventi non potevano venire decisi a seguito di una più generale programmazione degli stessi interventi nel loro insieme, tuttavia era necessario divenire - in breve tempo - consapevoli degli “effetti” e dei risultati di tali interventi. I dirigenti del FAI incaricarono perciò il Centro di studi e e piani economici, (con convenzione del 1986), di studiare e proporre un sistema di permanente valutazione dei programmi del FAI e di informare il pubblico in generale e gli operatori del FAI in particolare sugli esiti di detti programmi.

2. Il compito della ricerca

Il compito del Gruppo di studi del Centro di studi e piani economici (Centro Piani) fu dunque di studiare

  • un sistema di valutazione degli interventi FAI , che fosse capace di dare un ordine chiaro al sistema di obiettivi del FAI stesso, senza il quale è difficile stabilire a quali criteri strategici commisurare l’efficacia dell’intervento stesso e pertanto la sua valutazione;
  • una sistemazione ai progetti nazionali di intervento (già decisi per urgenza all’interno del sistema di obiettivi del FAI) concatenando obiettivi e progetti stessi in una “struttura di programma”, al quale riferire sempre l’efficacia dei progetti stessi;
  • fissare un sistema di indicatori o misuratori dei risultati aderente alla strutturazione di programma, atti a valutare il conseguimento degli obiettivi;
  • e giù, via via, nel sistema concatenato obiettivo/mezzi, costruire un metodo capace di tenere sotto controllo l’esecuzione del programma e valutarne la capacità di essere in linea con gli obiettivi e misurarne in definitiva l’efficacia e la congruità con i costi e le spese che implicava.

La ricerca Pro-FAI ha permesso al Centro Piani di affinare un metodo di programmazione strategica adatto al caso; e ha permesso e al Ministero degli Affari Esteri di istituire un sistema di valutazione permanente esterna ai diversi progetti di esecuzione del Programma FAI.

3. Il Rapporto finale di ricerca

Il Centro Piani ha concluso la sua ricerca nel corso di sei mesi (dal settembre 1986 al febbraio 1987) con un Rapporto Finale , intitolato: Metodi e processi di valutazione dei Programmi FAI (vedi Indice generale nella sezione Pubblicazioni e Indice analitico in calce alla presente Nota).

Tale Rapporto consta di sette volumi , di cui daremo qui sommariamente i contenuti, traendoli dalla presentazione generale del Rapporto, effettuata dal Direttore del Centro Prof Franco Archibugi.
La prima questione che il Gruppo di studio del Centro ha dovuto affrontare è stata quella di intendere e, conseguentemente, di precisare a quale tipo di “valutazione” ci si dovesse riferire, data la vasta gamma di approcci in corso in diversi ambienti internazionali e nazionali e nella stessa comunità scientifica.

"Ci si è attenuti, tuttavia, al principio generale, largamente adottato nella Comunità scientifica, e codificato al livello delle Nazioni Unite in più di u documento ufficiale, che ‘la valutazione è quel processo che cerca di determinare il più sistematicamente e oggettivamente possibile la rilevanza, l’efficacia e l’impatto di una attività alla luce dei suoi scopi e dei suoi obiettivi'.

E, sulla base di detto principio, si è tratto dagli atti costitutivi del FAI e dalle prime decisioni ufficiali che lo hanno determinato, e con la collaborazione delle autorità competenti preposte alla gestione del FAI stesso, quel sistema di finalità e di obiettivi alla luce dei quali proporre la valutazione stessa. (L’argomento è comunque trattato nella Introduzione generale al Rapporto, contenuta nel primo volume).

La metodologia proposta per la valutazione dei programmi FAI è esposta nei primi due volumi del Rapporto.[Una prima applicazione di essa ad alcuni Progetti FAI è illustrata nel terzo volume].

Nel corso della ricerca, il Gruppo di studio si è imbattuto, tuttavia, in uno stato generale di acquisizione, in questo paese, nella concezione, nelle esperienze e nelle procedure connesse alla tematica della valutazione, piuttosto in-soddisfacentemente rispetto alle esperienze e ai progressi realizzati in altri paesi e nel contesto internazionale, specialmente quello delle Nazioni Unite. Ciò ha indotto il Gruppo di studio a intendere in modo estensivo il mandato ricevuto e delineare anche delle possibili procedure per l’installazione di un sistema permanente di valutazione, comprensivo sia dei “programmi” che dei singoli “progetti”, e per tutto il cosiddetto “ciclo del progetto”, dalla sua formulazione iniziale alla sua valutazione ex-post, passando per tutte le fasi intermedie di monitoraggio e controllo. [Questo sistema di procedure, modellato ampiamente su quelle raccomandate in sede internazionale, soprattutto negli organizmi delle Nazioni Unite, è oggetto del quarto volume del Rapporto]

Infine, a conclusione dello svolgimento della ricerca metodologica, ilGruppo di studio ha dovuto acquisire i dati finali di tutta la spesa FAI (che sono risultati a disposizione alla fine del 1986); e si è ritenuto opportuno fornire una classificazione dei dati a disposizione secondo categorie di spesa orientate al “sistema di obiettivi” che era stato studiato in sede “metodologica”: un modo in più per avere un apprezzamento generale dell’intera spesa e delle sue destinazioni. Con l’occasione si è allora anche tentato di eseguire una prima valutazione complessiva di quella spesa, senza naturalmente seguire i criteri, i parametri e gli indicatori della metodologia generale proposta, a causa di insufficienza di dati, di mezzi e di tempo, ma accontentandosi di prime stime molto approssimative. [I risultati di questi due lavori di “corredo” al compito principale che il Gruppo di studio si era proposto sono nei volumi quinto e sesto di questo Rapporto finale.]

Nell’eseguire la ricerca, il Gruppo di studio ha acquisito una grande massa di documentazione scientifica e tecnica. Il Gruppo ha dovuto eseguire una selezione del materiale, che è passata per una valutazione dello stesso. E’ sembrato che questo patrimonio di ricerca, di informazione, di selezione, non dovesse disperdersi, ma potesse essere raccolto a beneficio di coloro che sono (sono stati e saranno) coinvolti nelle attività del FAI, e più in generale in quelle della cooperazione allo sviluppo. E’ nato così il volume settimo (di Appendice) del Rapporto, che costituisce una “Guida” alla documentazione scientifica e tecnica sui metodi di valutazione dei programmi nei paesi meno sviluppati.”

La presentazione dei sette volumi di questo Rapporto (del 1986), da parte del Direttore del Centro, si chiude con questa considerazione, che non ha perso la sua validità dopo venti anni:

“Sia consentito, a chiusura di questa presentazione generale, manifestare rapidamente lo spirito in cui il Centro Piani, organismo “non-profit” devoto alle ricerche metodologiche sulla pianificazione, ha intrapreso e condotto la ricerca in oggetto. Questa è stata per il Centro una importante occasione per far fare un passo avanti ai suoi propri programmi di ricerca: un passo in avanti nella metodologia della valutazione, che è un pilastro esenziale di una buona valutazione. Ma l’interesse non dovrebbe essere solo dei ricercatori associati a questo Centro; e la nostra speranza vera era, e rimane, in questo caso, diaver contribuito a rendere, nell’amministrazione italiana, la valutazione un processo intimamente integrato con la gestione ordinaria dei programmi e delle attività, almeno nel campo, così delicato e cos’ controverso, della cooperazione. Nello spirito che anima il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Javier Pèrez de Cuellar, quando chiude la presentazione della pubblicazione di un Manuale di Valutazione, preparato dal Segretariato dell’ONU, indirizzato agli operatori di tutto il sistema dell’ONU, così: ‘Mi aspetto da ognuno un impegno a incorporare l’auto-valutazione come parte integrante del processo decisionale e di gestione’.”

I sette volumi del Rapporto della ricerca PRO-FAI sono disponibili come reprint ad hoc, in copie personalizzate, presso le pubblicazioni del Centro Piani (vedi).


   
   
   
 
         




       
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