Rapporto MO-GLOBAL
I MODELLI GLOBALI DI SVILUPPO

stato dell'arte, analisi metodologica e direttrici di ricerca futura
Rapporto di ricerca
Centro di studi e piani economici - 1989

 
       

english version

 



Ricerca (acronimo: “Mo-Global”) affidata dal Ministero dell’Ambiente italiano al Centro di studi e piani economici. Si era nel 1989, appena usciti dal famoso Rapporto Bruntland della “Commissione per l’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite”; e alla vigilia di un seguito regionale (per l’Europa) di una Conferenza (Bergen, Norvegia 8-16 Maggio 1989) organizzata in cooperazione fra il Governo della Norvegia e la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite.
Il Ministro italiano per l’Ambiente (On. Giorgio Ruffolo) accoglie il suggerimento di procedere ad uno studio sullo stato dell’arte in materia di modellistica applicata all’intero sviluppo del pianeta Terra. Si progettò di fare una rassegna di tutti i più importanti “modelli globali” elaborati fin a quell’epoca, ridiscutere le metodologie, le impostazioni, gli approcci, in vista di una più intensa cooperazione e coordinamento in sede ONU della tecnologia dei modelli globali.
Il Centro di studi e piani economici – ideatore della proposta, affida la direzione dell’impresa ad uno dei suoi più autorevoli studiosi della materia e suo associato, il Prof. Roberto Vacca, che costituisce un Gruppo di studio composto da Valerio Franchina, Riccardo La Pera, Roberto Nenzi e Carlo Sessa. Il Direttore del Centro Franco Archibugi partecipa come revisore e commentatore del Raporto finale.
Nel 1990 il Gruppo di studio termina il lavoro e il Centro di studi e piani economici consegna il lavoro al Ministero dell’Ambiente, sperando in una vasta discussione, nazionale ed internazionale, sul lavoro svolto e su una sua pubblicazione da parte del Ministero, proprietario dei diritti della ricerca. Dopo alcune promesse, l’interesse alla ricerca decade, e il Centro non può che riproporne qualche anno più tardi la pubblicazione fra i Rapporti di ricerca del Centro. Buona parte dei contenuti della ricerca sono tuttora validi, anche perché non si sono prodotte nei dieci anni passati molte novità e nuovi modelli. Si è solo appannato il ruolo delle Nazioni Unite nel promuovere lo sviluppo della tecnologia e della previsione alla scala planetaria, dopo i primi ed ultimi tentativi realizzati sotto la guida di Jan Tinbergen come Presidente del Committee of Development Planning, e il Progetto RIO (Reshaping International Order) che lo stesso Tinbergen, (primo Premio Nobel per l’Economia, nel 1969, insieme a Ragnar Frisch), lanciò cercò di lanciare tra il 1973 e il1976, insieme a molti altri studiosi dell’ordine internazionale.
Si veda l’indice sopra indicato della ricerca Mo-Global del Centro di studi e piani economici allegato alla locandina della pubblicazione del rapporto; e, qui di seguito, la Introduzione alla ricerca Mo-Global, da cui si evince finalità e risultati della stessa.



 

INDICE - SOMMARIO


VOLUME PRIMO

 

1. Introduzione

1.1 Perchè si cominciarono a realizzare modelli globali nel 1970?

1.2 Definizioni e strutture dei modelli in generale

1.3 Piano della presente rassegna dei modelli globali

2. Disponibilità, disaggregazione e validità dei dati utilizzati

 

Parte Prima
Tipi di modelli e loro classificazione

1. Modelli basati sulla teoria dei sistemi dinamici e su quella dei sistemi gerarchici multilivelli

1.1 Modelli basati sulla teoria dei sistemi dinamici

1.2 Modelli basati sulla teoria dei sistemi gerarchici multilivelli

2. Modelli probabilistici interattivi

3. Modelli input-output

4. Scenari

5. Modelli climatici

6. Modelli basati su equazioni di Volterra

7. Confronti e critiche

 

Parte Seconda

Descrizione e analisi di singoli modelli globali

1. Modelli di Forrester-Meadows ("I limiti dello sviluppo")

2. Modello Mesarovic-Pestel

3. Modello Moira (Linnemann)

3.1 Descrizione del modello

3.2 Risultati del modello

3.3 Commenti e critiche al modello

3.4 Follow up

4. Il modello della fondazione bariloche

4.1 Descrizione del modello

4.2 Risultati del modello

4.3 Commenti e critiche al modello

4.4 Follow-up

5. Modello Nazioni Unite (Leontief)

6. Global 2000, rapporto al Presidente Carter

7. Sarum

7.1 Genesi e costruzione del modello

7.2 Natura e costituzione del modello

7.3 Funzionamento del modello

7.4 Sviluppi e reazioni

8. Interfutures

8.1 Il progetto

8.2 Gli scenari

8.3 Il confronto con la realtà

9. Fugi (Kaya E Onishi)

10. Il modello Unitad

10.1 Descrizione del modello

10.2 Risultati del modello

10.3 Commenti e critiche al modello

10.4 Situazione attuale

11. Studio Iiasa sul futuro ambientale europeo

12. Globus (Bremer)

13. Modelli logistici di sostituzione

14. Il modello economico IIasa-Università di Bonn

14.1 Le basi teoriche dello studio IIASA-Bonn

14.2 Descrizione del modello

14.3 Risultati empirici e determinazione dei cicli

14.4 Critiche al modello

 

VOLUME SECONDO

 

Parte terza
Discussione metodologica

1. Reazioni ai modelli globali di FORRESTER e MEADOWS

1.0 Generalità

1.1 Critiche al modello

1.2 Ottimizzazione del modello

1.3 Semplificazione del modello

1.4 Conclusioni

2. Impiego di calcolatori elettronici per la simulazione di modelli di sviluppo globale

2.1 Concetti fondamentali

2.2 L'impiego di simulatori analogici per i modelli di sviluppo globale

2.3 L'impiego di calcolatori digitali

2.4 Metodo generale per la risolubilità di sistemi integro differenziali

2.5 Linguaggi di traduzione

2.6 Metodi di impiego dei sistemi di calcolo

2.7 Possibilità della tecnologia attuale

2.8 Possibilità nel prossimo futuro con metodi di calcolo procedurale

2.9 Possibilità nel prossimo futuro impiegando metodi non procedurali o Intelligenza Artificiale (AI)

2.10 Osservazioni riassuntive

3. La pianificazione come input a modelli globali

3.1 Il problema sistemico

3.2 La pianificazione ambientale e i modelli globali

4. Teorie, listing, printout, testi discorsivi: giudizi di coerenza

5. Prescrizioni da imporre a modelli globali futuri

5.1 Determinismo o indeterminismo?

5.2 Benchmarking

5.3 Validazione matematica

5.4 Revisione e ricostruzione dei modelli

6. Curve logistiche: costruzione, fit e unicità

6.1. Definizione del problema

6.2. Determinazione sperimentale dei parametri dell'equazione logistica

6.2.1 Metodo della stima diretta dell'asintoto

6.2.2 Determinazione analitica della logistica passante per tre punti

6.2.3 Metodo delle terne

6.2.4 Metodo variazionale

 

Parte quarta

Stato dell'arte. Possibili vie nuove di previsione globale

1. Possibilità di integrazione fra modelli diversi

2. Processi logistici come fonti di variabili esogene per modelli compositi

2.1 Analisi metodologica dei metodi matematici usati per definire equazioni logistiche adattate a dati

Sperimentali

2.2 Controllo della coerenza di proiezioni logistiche effettuate in settori diversi

2.3 Previsione tecnologica integrata dal metodo input/output

3. Integrazione di procedure interattive di tipo pert nella modellistica

4. Definizione di programmi di raccolta e validazione dei dati

5. Risoluzione temporale e spaziale dei modelli

 

Parte Quinta

Prosecuzione della ricerca. Progetto di uno studio di fattibilità

Premessa

1. Iniziative necessarie per creare una base dati adeguata

2. Gruppo di studio teorico

3. S-Machines di stringa: fattibilita' del loro uso inmodelli globali

4. Le esigenze dello studio di fattibilità

4.1 Caratteristiche generali

4.2 I dati

4.3 La teoria

4.4 Gli strumenti matematici

5. Ipotesi di impegno professionale

6. Memento finale

 

Appendice

Antologia ragionata di testi sui modelli globali

1. Cosa c'era prima dei modelli? Il caso americano

2. Alcuni problemi dei modelli

3. Che cosa sono i modelli globali?

4. Gli stadi dei modelli

5. Autocritiche dei modellisti

6. Lo studio di fattibilità proposto

 

Bibliografia


   
   
   
 
         




       
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